Kathrin Amacker
Già Consigliera nazionale il Centro (BL) e Presidente di Fairtrade Max Havelaar
SÌ all’Iniziativa per multinazionali responsabili, affinché le multinazionali rispettino i diritti umani e gli standard ambientali.
Una miniera di Glencore contamina un’intera regione in Perù, 27 minatori muoiono in una miniera definita “esemplare” dall’industria aurifera svizzera e l’azienda agrochimica Syngenta vende caffè prodotto in condizioni di lavoro simili alla schiavitù. Le multinazionali con sede in Svizzera violano continuamente i diritti umani e ignorano le disposizioni minime in materia di protezione dell’ambiente. L’Iniziativa per multinazionali responsabili impedisce a queste imprese di continuare a violare i diritti umani o a distruggere l’ambiente.
1. Attraverso un dovere di diligenza basato sul rischio e relativo ai diritti umani e alla protezione dell’ambiente secondo gli standard internazionali, multinazionali come Glencore devono garantire che le loro filiali estere non facciano ricorso al lavoro minorile, o che le acque reflue tossiche vengano smaltite correttamente invece di essere semplicemente scaricate nel fiume più vicino. Gli obblighi valgono per le multinazionali con almeno 1000 dipendenti e 450 milioni di cifra d’affari nonché per le grandi imprese che operano in settori che comportano rischi elevati; non si applicano invece alle PMI.
2. Una vigilanza indipendente controlla se le multinazionali come Glencore rispettano il loro dovere di diligenza. In caso contrario, può ordinare la cessazione dell’attività dannosa e la bonifica e infliggere anche pesanti multe.
3. Le persone colpite devono anche avere la possibilità di chiedere un risarcimento a multinazionali come Glencore per i danni subiti. Per questa ragione, l’iniziativa chiede che le multinazionali debbano rispondere davanti a un tribunale civile svizzero per i danni che esse o le loro filiali causano.
L’Iniziativa per multinazionali responsabili è sostenuta da una vasta alleanza di rappresentanti di tutti i partiti politici, da imprese svizzere e da più di 90 organizzazioni della società civile.
Già Consigliera nazionale il Centro (BL) e Presidente di Fairtrade Max Havelaar
Responsabile comunicazione e media Svizzera romanda di Solidar Suisse
Presidente Verdi Liberali Ginevra, Co-presidente della FSE (Fédération Suisse des entreprises) Ginevra
Già Presidente del Consiglio degli Stati PLR (NE)
Co-direttore di Groupe Corbat SA et Deputato de il Centro (JU)
Giurista economia e diritti umani, Public Eye
Già presidente del Consiglio nazionale per il Centro (FR)
Consigliere nazionale Verdi Liberali (AG)
Consigliere nazionale il Centro (TI)
Direttrice HEKS/EPER
Responsabile economia e diritti umani, Amnesty International Svizzera
Consigliere nazionale il Centro (BE)
Consigliere nazionale PEV (BE)
Direttore Künzli Davos SA
Direttrice Société pour les peuples menacés
Membro della Direzione di Caritas Svizzera
Consigliera nazionale PS (BL)
Già Consigliera nazionale e Presidente del Forum di fondazione di Azione Quaresimale
Direttrice di Greenpeace Svizzera
Vice-presidente Giovani del Centro Svizzera, Deputato subentrante
Consigliere nazionale il Centro (SO)
Deputato PLR (TI)
Già Consigliere di Stato e Consigliere nazionale PLR (VD)
Consigliera nazionale Verdi (SG)
Già Consigliera nazionale PS (FR) e Presidente Pro Natura
Advocacy e campagne, terre des hommes schweiz
Già Consigliere nazionale PCS (OW)
Qui puoi trovare il testo dell’iniziativa accompagnato da brevi spiegazioni.
In molti paesi europei sono già in vigore norme che impongono alle multinazionali di rispettare i diritti umani e gli standard ambientali internazionali anche nelle loro pratiche commerciali all’estero. La nuova direttiva sulla responsabilità d’impresa a livello europeo, entrata in vigore nell’estate del 2024, renderà presto la Svizzera l’unico paese in Europa senza una legge specifica in materia.
La nuova direttiva si applica a tutte le grandi imprese con sede in un Paese UE che occupano nel mondo più di 1000 dipendenti e generano un fatturato superiore a 450 milioni di euro. Essa comprende i seguenti quattro elementi:
Nell’esercitare le loro attività, le multinazionali devono fare in modo che i diritti umani o gli standard ambientali non vengano violati. Quest’obbligo riguarda ad esempio l’acquisto di materie prime o la distribuzione di pesticidi altamente tossici.
Le multinazionali devono elaborare e attuare un piano per conformare la loro attività all’obiettivo dell’Accordo di Parigi sul clima. In tale ambito devono tener conto non solo delle emissioni dirette, ma anche di quelle indirette.
L’UE prevede la creazione in ogni Stato membro di un’autorità di vigilanza indipendente che controlli il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva e che, in caso di violazione possa ordinare il ripristino di uno stato conforme, ma anche imporre multe in base al fatturato.
Se la violazione del dovere di diligenza provoca un danno, le persone toccate devono avere la possibilità di chiederne il risarcimento all’impresa responsabile. In certi casi l’UE prevede una responsabilità anche per i fornitori.
La direttiva è entrata in vigore nell’estate 2024; tutti gli Stati membri devono trasporla nel loro diritto nazionale entro un termine di due anni.
Questa mappa mostra quali leggi sulla responsabilità d’impresa esistono in quali Paesi. Clicca su un paese per saperne di più:
La Croazia non ha ancora una propria legge sulla responsabilità d’impresa e recepirà la nuova direttiva dell’Unione Europea sulla responsabilità d’impresa nel diritto nazionale entro il 2026. Questa prevede ampi obblighi di dovuta diligenza in materia di diritti umani e standard ambientali, nonché un dovere climatico per le aziende con almeno 1’000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro. La direttiva prevede pure un organo di vigilanza nazionale e disposizioni in materia di responsabilità civile.
La Grecia non ha ancora una propria legge sulla responsabilità d’impresa e recepirà la nuova direttiva dell’Unione Europea sulla responsabilità d’impresa nel diritto nazionale entro il 2026. Questa prevede ampi obblighi di dovuta diligenza in materia di diritti umani e standard ambientali, nonché un dovere climatico per le aziende con almeno 1’000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro. La direttiva prevede pure un organo di vigilanza nazionale e disposizioni in materia di responsabilità civile.
L’Estonia non ha ancora una propria legge sulla responsabilità d’impresa e recepirà la nuova direttiva dell’Unione Europea sulla responsabilità d’impresa nel diritto nazionale entro il 2026. Questa prevede ampi obblighi di dovuta diligenza in materia di diritti umani e standard ambientali, nonché un dovere climatico per le aziende con almeno 1’000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro. La direttiva prevede pure un organo di vigilanza nazionale e disposizioni in materia di responsabilità civile.
La Bulgaria non ha ancora una propria legge sulla responsabilità d’impresa e recepirà la nuova direttiva dell’Unione Europea sulla responsabilità d’impresa nel diritto nazionale entro il 2026. Questa prevede ampi obblighi di dovuta diligenza in materia di diritti umani e standard ambientali, nonché un dovere climatico per le aziende con almeno 1’000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro. La direttiva prevede pure un organo di vigilanza nazionale e disposizioni in materia di responsabilità civile.
La Polonia non ha ancora una propria legge sulla responsabilità d’impresa e recepirà la nuova direttiva dell’Unione Europea sulla responsabilità d’impresa nel diritto nazionale entro il 2026. Questa prevede ampi obblighi di dovuta diligenza in materia di diritti umani e standard ambientali, nonché un dovere climatico per le aziende con almeno 1’000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro. La direttiva prevede pure un organo di vigilanza nazionale e disposizioni in materia di responsabilità civile.
La Danimarca non ha ancora una propria legge sulla responsabilità d’impresa e recepirà la nuova direttiva dell’Unione Europea sulla responsabilità d’impresa nel diritto nazionale entro il 2026. Questa prevede ampi obblighi di dovuta diligenza in materia di diritti umani e standard ambientali, nonché un dovere climatico per le aziende con almeno 1’000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro. La direttiva prevede pure un organo di vigilanza nazionale e disposizioni in materia di responsabilità civile.
Il Portogallo non ha ancora una propria legge sulla responsabilità d’impresa e recepirà la nuova direttiva dell’Unione Europea sulla responsabilità d’impresa nel diritto nazionale entro il 2026. Questa prevede ampi obblighi di dovuta diligenza in materia di diritti umani e standard ambientali, nonché un dovere climatico per le aziende con almeno 1’000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro. La direttiva prevede pure un organo di vigilanza nazionale e disposizioni in materia di responsabilità civile.
La Svezia non ha ancora una propria legge sulla responsabilità d’impresa e recepirà la nuova direttiva dell’Unione Europea sulla responsabilità d’impresa nel diritto nazionale entro il 2026. Questa prevede ampi obblighi di dovuta diligenza in materia di diritti umani e standard ambientali, nonché un dovere climatico per le aziende con almeno 1’000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro. La direttiva prevede pure un organo di vigilanza nazionale e disposizioni in materia di responsabilità civile.
In Norvegia, la «Transparency Act» è stata approvata nell’estate del 2021 ed è entrata in vigore il 1° luglio 2022. La legge prevede un dovere di diligenza per quanto riguarda i diritti umani e le condizioni di lavoro – come un salario sufficiente – lungo l’intera catena del valore. La legge si applica già alle aziende con 50 o più dipendenti ed è implementata da un’autorità per la protezione dei consumatori, che può imporre multe ed emettere ingiunzioni.
Il Lussemburgo non ha ancora una propria legge sulla responsabilità d’impresa e recepirà la nuova direttiva dell’Unione Europea sulla responsabilità d’impresa nel diritto nazionale entro il 2026. Questa prevede ampi obblighi di dovuta diligenza in materia di diritti umani e standard ambientali, nonché un dovere climatico per le aziende con almeno 1’000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro. La direttiva prevede pure un organo di vigilanza nazionale e disposizioni in materia di responsabilità civile.
La Finlandia non ha ancora una propria legge sulla responsabilità d’impresa e recepirà la nuova direttiva dell’Unione Europea sulla responsabilità d’impresa nel diritto nazionale entro il 2026. Questa prevede ampi obblighi di dovuta diligenza in materia di diritti umani e standard ambientali, nonché un dovere climatico per le aziende con almeno 1’000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro. La direttiva prevede pure un organo di vigilanza nazionale e disposizioni in materia di responsabilità civile.
Il Belgio non ha ancora una propria legge sulla responsabilità d’impresa e recepirà la nuova direttiva dell’Unione Europea sulla responsabilità d’impresa nel diritto nazionale entro il 2026. Questa prevede ampi obblighi di dovuta diligenza in materia di diritti umani e standard ambientali, nonché un dovere climatico per le aziende con almeno 1’000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro. La direttiva prevede pure un organo di vigilanza nazionale e disposizioni in materia di responsabilità civile.
Adottata dal Bundestag tedesco nell’estate del 2021, è entrata in vigore all’inizio del 2023 la legge sulla due diligence della catena di fornitura. Oltre a un ampio dovere di diligenza lungo la catena del valore, esiste un’autorità di vigilanza che controlla il rispetto della legge da parte delle aziende e può imporre pesanti multe in caso di mancato rispetto. Al di sopra di un certo livello di multa, un’azienda può anche essere esclusa dagli appalti pubblici. La legge si applica alle società tedesche e alle filiali di società straniere con almeno 1’000 dipendenti.
Nel 2019 nei Paesi Bassi è stata approvata una legge sul lavoro minorile. Questa prevede un dovere di vigilanza nei confronti del lavoro minorile lungo l’intera catena del valore. Un’autorità di vigilanza controlla se il dovere di diligenza viene rispettato e può multare le aziende inadempienti. In casi estremi, sono previste persino pene detentive per i dirigenti irresponsabili. Inoltre, nei Paesi Bassi sono in corso o sono già state decise diverse cause giudiziarie contro multinazionali.
Nel Regno Unito non esiste un’esplicita legge sulla responsabilità d’impresa, ma il sistema giuridico consente alle parti lese di rivolgersi ai tribunali britannici. La giurisprudenza ha stabilito un dovere di diligenza con l’approccio del «duty of care»: le aziende possono essere responsabili della propria negligenza se non adottano le misure di diligenza che avrebbero potuto prevenire i danni. Nel maggio 2023, i parlamentari di diversi partiti hanno chiesto congiuntamente una legge sulla responsabilità aziendale esplicita e ambiziosa. La richiesta è sostenuta da aziende come Microsoft, Nestlé e Unilever. Alla fine del 2023, è stata presentata in parlamento una proposta legislativa concreta con dovuta diligenza, vigilanza, responsabilità civile e sanzioni penali.
L’Irlanda non ha ancora una propria legge sulla responsabilità d’impresa e recepirà la nuova direttiva dell’Unione Europea sulla responsabilità d’impresa nel diritto nazionale entro il 2026. Questa prevede ampi obblighi di dovuta diligenza in materia di diritti umani e standard ambientali, nonché un dovere climatico per le aziende con almeno 1’000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro. La direttiva prevede pure un organo di vigilanza nazionale e disposizioni in materia di responsabilità civile.
La Spagna non ha ancora una propria legge sulla responsabilità d’impresa e recepirà la nuova direttiva dell’Unione Europea sulla responsabilità d’impresa nel diritto nazionale entro il 2026. Questa prevede ampi obblighi di dovuta diligenza in materia di diritti umani e standard ambientali, nonché un dovere climatico per le aziende con almeno 1’000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro. La direttiva prevede pure un organo di vigilanza nazionale e disposizioni in materia di responsabilità civile.
L’Austria non ha ancora una propria legge sulla responsabilità d’impresa e recepirà la nuova direttiva dell’Unione Europea sulla responsabilità d’impresa nel diritto nazionale entro il 2026. Questa prevede ampi obblighi di dovuta diligenza in materia di diritti umani e standard ambientali, nonché un dovere climatico per le aziende con almeno 1’000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro. La direttiva prevede pure un organo di vigilanza nazionale e disposizioni in materia di responsabilità civile.
Cipro non ha ancora una propria legge sulla responsabilità d’impresa e recepirà la nuova direttiva dell’Unione Europea sulla responsabilità d’impresa nel diritto nazionale entro il 2026. Questa prevede ampi obblighi di dovuta diligenza in materia di diritti umani e standard ambientali, nonché un dovere climatico per le aziende con almeno 1’000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro. La direttiva prevede pure un organo di vigilanza nazionale e disposizioni in materia di responsabilità civile.
L’Ungheria non ha ancora una propria legge sulla responsabilità d’impresa e recepirà la nuova direttiva dell’Unione Europea sulla responsabilità d’impresa nel diritto nazionale entro il 2026. Questa prevede ampi obblighi di dovuta diligenza in materia di diritti umani e standard ambientali, nonché un dovere climatico per le aziende con almeno 1’000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro. La direttiva prevede pure un organo di vigilanza nazionale e disposizioni in materia di responsabilità civile.
La Repubblica Ceca non ha ancora una propria legge sulla responsabilità d’impresa e recepirà la nuova direttiva dell’Unione Europea sulla responsabilità d’impresa nel diritto nazionale entro il 2026. Questa prevede ampi obblighi di dovuta diligenza in materia di diritti umani e standard ambientali, nonché un dovere climatico per le aziende con almeno 1’000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro. La direttiva prevede pure un organo di vigilanza nazionale e disposizioni in materia di responsabilità civile.
Poiché nel 2020 l’Iniziativa per multinazionali responsabili è stata approvata dalla maggioranza dei votanti ma non ha ottenuto la maggioranza dei cantoni, in Svizzera non esistono ancora regole efficaci per le multinazionali. Sebbene il controprogetto sia entrato in vigore all’inizio del 2022, esso richiede unicamente che le multinazionali rendano conto del proprio operato con un banale opuscolo patinato.
In Italia esiste una legge che impone multe o confisca i profitti se i dipendenti di un’azienda, o terzi che agiscono nell’interesse dell’azienda, commettono determinate violazioni dei diritti umani o reati ambientali. Un’azienda può esimersi dalla sanzione con un cosiddetto “compliance program”. Anche se questo modello non corrisponde a una classica legge sulla responsabilità d’impresa in conformità con i Principi Guida delle Nazioni Unite, fornisce un forte incentivo per le aziende a rispettare i diritti umani.
Dal 2017 in Francia è in vigore la «Loi de Vigilance», che obbliga le multinazionali francesi a rispettare i diritti umani e l’ambiente. La Francia è stata così uno dei primi Paesi europei a introdurre una legge sulla responsabilità d’impresa. La legge si applica alle aziende con almeno 5’000 dipendenti e le obbliga a esercitare la dovuta diligenza. Inoltre, le persone coinvolte possono intentare cause civili per ottenere un risarcimento. Sono in corso otto cause giudiziarie sulla base della nuova legge.
La Slovenia non ha ancora una propria legge sulla responsabilità d’impresa e recepirà la nuova direttiva dell’Unione Europea sulla responsabilità d’impresa nel diritto nazionale entro il 2026. Questa prevede ampi obblighi di dovuta diligenza in materia di diritti umani e standard ambientali, nonché un dovere climatico per le aziende con almeno 1’000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro. La direttiva prevede pure un organo di vigilanza nazionale e disposizioni in materia di responsabilità civile.
La Slovacchia non ha ancora una propria legge sulla responsabilità d’impresa e recepirà la nuova direttiva dell’Unione Europea sulla responsabilità d’impresa nel diritto nazionale entro il 2026. Questa prevede ampi obblighi di dovuta diligenza in materia di diritti umani e standard ambientali, nonché un dovere climatico per le aziende con almeno 1’000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro. La direttiva prevede pure un organo di vigilanza nazionale e disposizioni in materia di responsabilità civile.
La Romania non ha ancora una propria legge sulla responsabilità d’impresa e recepirà la nuova direttiva dell’Unione Europea sulla responsabilità d’impresa nel diritto nazionale entro il 2026. Questa prevede ampi obblighi di dovuta diligenza in materia di diritti umani e standard ambientali, nonché un dovere climatico per le aziende con almeno 1’000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro. La direttiva prevede pure un organo di vigilanza nazionale e disposizioni in materia di responsabilità civile.
Malta non ha ancora una propria legge sulla responsabilità d’impresa e recepirà la nuova direttiva dell’Unione Europea sulla responsabilità d’impresa nel diritto nazionale entro il 2026. Questa prevede ampi obblighi di dovuta diligenza in materia di diritti umani e standard ambientali, nonché un dovere climatico per le aziende con almeno 1’000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro. La direttiva prevede pure un organo di vigilanza nazionale e disposizioni in materia di responsabilità civile.
La Litunia non ha ancora una propria legge sulla responsabilità d’impresa e recepirà la nuova direttiva dell’Unione Europea sulla responsabilità d’impresa nel diritto nazionale entro il 2026. Questa prevede ampi obblighi di dovuta diligenza in materia di diritti umani e standard ambientali, nonché un dovere climatico per le aziende con almeno 1’000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro. La direttiva prevede pure un organo di vigilanza nazionale e disposizioni in materia di responsabilità civile.
La Lettonia non ha ancora una propria legge sulla responsabilità d’impresa e recepirà la nuova direttiva dell’Unione Europea sulla responsabilità d’impresa nel diritto nazionale entro il 2026. Questa prevede ampi obblighi di dovuta diligenza in materia di diritti umani e standard ambientali, nonché un dovere climatico per le aziende con almeno 1’000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro. La direttiva prevede pure un organo di vigilanza nazionale e disposizioni in materia di responsabilità civile.
La prima Iniziativa per multinazionali responsabili è stata sottoposta al voto popolare in Svizzera il 29 novembre 2020. Il 50,7% degli elettori ha votato a favore dell’iniziativa, che però è stata bocciata dalla maggioranza dei Cantoni. (Qui trovi maggiori informazioni in merito al nostro impegno dal 2011). Il controprogetto “alibi” è entrato in vigore all’inizio del 2022: esso definisce semplicemente che dal 2024 le aziende rendano conto del proprio operato con un banale opuscolo patinato, ma che non sono comunque responsabili di eventuali danni causati.
Sebbene durante la campagna sull’Iniziativa per multinazionali responsabili il Consiglio federale abbia promesso a più riprese di lavorare per una legge svizzera “armonizzata a livello internazionale” e di porre le multinazionali in Svizzera e nell’UE su un piano di “parità”, finora è rimasto inattivo. Con l’enorme successo della petizione, presentata alle autorità federali nel dicembre 2022, abbiamo cercato di riportare la questione in cima all’agenda politica. Tuttavia, poiché il Consiglio federale e il Parlamento continuano a mettere da parte la questione, abbiamo lanciato una nuova Iniziativa popolare.
Senza la pressione dell’opinione pubblica e della società civile, la lobby delle multinazionali in Parlamento continuerà a impedire che la Svizzera segua l’esempio e implementi una vera legge sulla responsabilità d’impresa. Ti saremmo quindi molto grati se potessi appendere di nuovo una bandiera o sostenere il nostro lavoro con una donazione !